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Ecco un altra tassa che colpisce tutti, Smartphone e TV!

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Sui dispositivi HiTech si aggira famelica una nuova tassa...

Ad essre colpito sarebbe il mercato dei dispositivi mobili (ma non solo): smartphones, tablet, chiavette USB, portatili, ecc. ecc.

Sui dispositivi HiTech si aggira famelica una nuova tassa.

Ad essre colpito sarebbe il mercato dei dispositivi mobili (ma non solo): smartphones, tablet, chiavette USB, portatili, ecc. ecc.


Questa nuova tassa, che poi tanto nuova non è, sarebbe un aumento della tassa per la tutela dei diritti d'autore imposta dalla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori);
praticamente ogni dispositivo che funge da archivio digitale e che POTREBBE ospitare una copia di contenuti audio-video viene tassato per salvaguardare i creatori da questa IPOTETICA copia di contenuti che abbiamo già ACQUISTATO.
Il peggio è che questo aumento colpirebbe maggiormente i dispositivi di minor costo, ma vediamo la tabella dei nuovi costi aggiuntivi:


























Vediamo che gli unici dispositivi ad essere alleggeriti sono i telefonini, cioè i cimeli che vanno in contro alla dismissione dal mercato;
al contrario è clamoroso l'aumento subito dagli alri devices: passano da 0 a 5.20€ + IVA i tablet e da 0 a 5€ + IVA le TV di ultima generazione, 2
altrettanto notevoli gli aumenti su decoder con memoria e smarphones.
Una manovra maldestra questa che rischia di "uccidere" il mercato in esplosione delle smart-devices.
La domanda nasce sopntanea: ma questi soldi dove andrebbero a finire? La SIAE tratterrebbe una piccola percentuale che copre i costi di gestione, il resto distribuito a, nel caso di contenuti video50% a chi realizza il video e 50% a chi realizza l'audio; per i brani invece si paga la SIAE quando si acquista, quando lo si conserva su un disco e quando lo si copia.
Per fortuna la tassa è solo un'ipotesi, infatti il ministero dei beni e delle attività culturali smentisce la notizia, lo stesso vicepresidente della SIAE la definisce una
"disinformazione incredibile" e accusa i media di aver trattato l'argomento in modo troppo aggressivo.
È anche vero che il mercato musicale ha ceduto molto il passo alla pirateria negli ultimi anni, anche per questo si pensa a questa manovra, dopotutto perchè ogni altro professionista svolge
servizi e viene pagato e un artista dovrebbe intrattenerci gratis?

Ai posteri l'ardua sentenza...


Samuele Granata - Redazione DiGi News